Progetto Etnobarocco 2003/4

Lo Guarracino

tarantelle, calascionate ed arie napoletane sul finire del XVIII secolo

Forse per troppo tempo, il repertorio tutt'oggi conosciuto col nome di "canzone napoletana", ha mescolato generi ed epoche, rendendo possibile ai giorni nostri la sopravvivenza di canti del XVIII secolo, rivisitati dai cantanti di genere. Per lungo tempo la ricerca delle tradizioni popolari ha cercato di dimenticare il retaggio ottocentesco, detto "da salotto", ignorando perņ come proprio esso abbia contribuito a tramandare per iscritto molte delle preziose canzoni di cui ci vogliamo occupare. Oltre ai pochi manoscritti che conservano fonti del XVII e XVIII secolo, il prezioso documento detto "I passatempi musicali" voluto da Guglielmo Cottrau nel primo trentennio dell'ottocento, ha permesso a molte di queste melodie di vincere la dispersione della memoria, denotando al contempo, un gusto dell'ascolto di tarantelle, calascionate e ariette napoletane diffuso, anche nei salotti della buona borghesia. Non dimeno la tradizione orale sopravvissuta e ancora in vita, ci ha fornito alcuni altri spunti premettendoci di individuare altre composizione di antica origine. Ecco come nasce l'idea di ricreare il suono e l'ambiente, forse colto, ma certamente acusticamente vicino a quel tempo. Il suono di strumenti d'epoca e la prassi conosciuta ci permette di eseguire oggi famose canzoni del genere con un gusto "antico" dove tradizione colta e popolare trovano forse un punto di unione. E anche la voce assume un carattere diverso, riecheggiano le voci dei sopranisti napoletani (acclamati in molte corti) e un gusto per "il ricamo" virtusistico della voce e degli strumenti.

Ensemble Cantilena Antiqua - dir. Stefano Albarello

Stefano Albarello: canto, chitarra battente, chitarra antica, mandolino

Paolo Faldi: flauto e oboe barocco

Gianfranco Russo: viola da braccio, mandolino

Stefano Rocco: arciliuto e chitarra barocca

Marco Muzzati: percussioni

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